Secondo il FMI coi tassi bassi un quarto dei gruppi assicurativi UE rischia di fallire
Il prolungato contesto di tassi bassi, che pure sta aiutando non poco il mercato finanziario e quello immobiliare, potrebbe a gioco lungo rivelarsi un mezzo disastro per il settore assicurativo del vecchio continente. Molti gruppi assicurativi del ramo vita che operano in Europa, infatti, potrebbero entrare ben presto in una situazione di evidente difficoltà, sino a rischiare di non essere più solvibili. Un rischio evidente soprattutto per le imprese di medie dimensioni, in base a quanto rivelato dall'ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria mondiale pubblicato dal Fondo Monetario Internazionale.
Il report del Fondo Monetario Internazionale
I risultati che hanno fatto da base al report sono quelli emersi dagli stress test effettuati dalla European Insurance and Occupational Pensions Authority. Grazie ad essi, infatti, emergerebbe che ammonta addirittura al 24% la percentuale dei gruppi assicurativi di medie dimensioni che potrebbe non essere in grado di rispettare i fondamentali requisiti di solvibilità in un quadro che continui ad essere caratterizzato per un lungo periodo di tempo da tassi di interesse bassi o, addirittura negativi.
(I tassi bassi o negativi, mettono a rischio molte compagnie assicurative europee)
Lo spauracchio della deflazione
Lo spauracchio della deflazione, contro il quale Mario Draghi ha deciso di imbracciare il suo ormai celebre bazooka, ovvero il Quantitative Easing, suscita ormai un timore molto esteso a livello continentale. Basti pensare al riguardo che nell'area euro, in particolare, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, ormai quasi un terzo dei bond sovrani a breve e lunga scadenza ha in questo momento rendimenti negativi.
L'economia reale
Sempre l'analisi del FMI si dedica anche all'economia reale, per la quale l'organizzazione presieduta da Christine Lagarde ritiene che sia praticamente impossibile uno sblocco del credito, almeno sin quando la qualità degli asset delle banche, andata in evidente deterioramento nel 2014, non migliorerà decisamente. Un evento giudicato indispensabile dal Fmi, che ha anche ricordato come ammonti a 900 miliardi di euro la somma dei prestiti incagliati, una cifra che è ampia se rapportata alla dimensione dell'economia di riferimento.
Una Europa a due velocità
Anche in questo settore, sono però evidenti gli squilibri che stanno disegnando una Europa a due velocità. Il rapporto specifica infatti che la distribuzione dei prestiti inesigibili vede interessati in particolare paesi come Cipro, Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna, il cui totale supera i 600 miliardi di euro. Un dato che del resto ha fornito il destro a Fmi per ricordare come in Italia, Grecia, Cipro, Irlanda, Portogallo e Slovenia la maggioranza delle banche coinvolte nell'Asset Quality Review della Banca centrale europea hanno evidenziato asset in sofferenza per il 10% o più dell'esposizione complessiva.
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