Gli assicuratori inglesi spiano i clienti sui social network
In un momento in cui l'attenzione per la propria privacy rischia di travolgere la più famosa chat a livello globale, Whatsapp, rea di aver introdotto la ormai celebre doppia spunta blu per la notifica dell'avvenuta lettura di un messaggio inviato tramite sullo smartphone, la Gran Bretagna è teatro di una baruffa che potrebbe presto avere conseguenze di più larga portata. Una indagine di Consumer Intelligence, ha infatti messo in rilievo come gli assicuratori dell'isola controllino i loro clienti spiandone le comunicazioni anche sui loro profili social. Un atteggiamento che provoca grande fastidio presso i consumatori, tra i quali il 71% si pronuncia contro il fatto che le compagnie utilizzino i post dei clienti sui social media, usandoli come testimonianza in grado di orientare le richieste di risarcimento in un senso a loro favorevole.
L'indagine è nata con il preciso intento di valutare il livello di conoscenza dei consumatori sui metodi usati dagli assicuratori per controllare i clienti, soprattutto per quanto concerne la veridicità delle dichiarazioni rilasciate nella fase del preventivo o della denuncia di sinistro. Il risultato che ne viene fuori, è abbastanza sconcertante, dimostrando come i clienti delle assicurazioni non siano assolutamente al corrente delle fonti usate dalle compagnie al fine di acquisire informazioni su di loro. Soltanto un terzo del campione, infatti, sa che i broker assicurativi sono soliti navigare sui social network alla ricerca di riscontri relativi ai sinistri denunciati dai loro clienti o che possono controllare la capacità creditizia del cliente, le eventuali truffe già perpetrate e molto altro.
(In Gran Bretagna gli assicuratori spiano i clienti sui social network)
Un atteggiamento che del resto viene contraccambiato dai clienti, i quali ritengono che le compagnie siano molto opache quando si tratta di spiegare la provenienza dei dati relativi alla clientela, con un 72% pronto ad esternare il proprio sentimento di diffidenza verso le assicurazioni. Le stesse compagnie non hanno però remora alcuna ad affermare come collezionare dati sui clienti e usare la tecnologia al fine, sia una attività del tutto determinante per poter arrivare alla giusta determinazione del premio relativo alla sottoscrizione della polizza Rc auto e per la corretta valutazione dei sinistri e valutazione del danno. La bontà di queste operazioni sarebbe del resto dimostrata in sede di determinazione della tariffa e al proposito sembra difficile dar torto alle compagnie, se si pensa che nel Regno Unito le polizze per la responsabilità civile degli automobilisti costano meno della metà di quelle in vigore nel nostro paese.
Un ultimo dato sembra peraltro andare a vantaggio dell'onorabilità delle stesse compagnie assicurative, se si pensa che soltanto il 28% delle stesse ritiene corretto utilizzare i social network per avere informazioni tese alla valutazione del merito creditizio del cliente. Probabilmente il concetto di privacy è talmente importante agli occhi degli inglesi, da spingere a considerarlo inviolabile anche quando si tratta di affari.
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