Dall'Ivass via libera alle assicurazioni per il credito alle imprese

L'Ivass ha varato il provvedimento attuativo con il quale viene in pratica dato il via libera alle imprese di assicurazione per il credito alle imprese. Una prima risposta all'esigenza di credito da parte delle aziende che non trovano risposte adeguate da parte del sistema bancario.

E' stato pubblicato nei giorni passati dall'Ivass, l'Autorità di vigilanza sulle assicurazioni, il provvedimento attuativo delle norme introdotte durante la scorsa estate dal cosiddetto Decreto Competitività, le quali consentono anche alle assicurazioni di erogare credito alle imprese, introducendo la stessa possibilità per fondi chiusi specializzati e veicoli di cartolarizzazione. Si tratta di una risposta al problema sempre più avvertito del credit crunch, che sta strozzando l'economia italiana non permettendo alle imprese di trovare capitali e alle famiglie di poter accedere a finanziamenti sempre più necessari per porre argine ad una crisi economica che non accenna ad allentare la presa. Per capire la portata del problema, basterebbe del resto leggere le statistiche relative alla stretta creditizia in atto, denunciata a più riprese dalle associazioni dei consumatori e da quelle che raggruppano le imprese, a partire da Confindustria. Proprio per cercare di dare uno sfogo alla necessità di credito da parte delle aziende, è stata perciò introdotta la possibilità di concedere finanziamenti alle stesse da parte delle imprese assicurative. Un tentativo che potrebbe dare almeno una prima parziale risposta ad un problema di fronte al quale gli istituti bancari continuano a fare orecchie da mercante. 

La stretta creditizia in atto sta mettendo in grave difficoltà le imprese

(Il credit crunch sta mettendo in seria difficoltà le imprese)

Il provvedimento n. 22 del 21 ottobre 2014, va ad introdurre "modifiche e integrazioni al regolamento Isvap n. 36 del 31 gennaio 2011, concernente le linee guida in materia di investimenti e di attivi a copertura delle riserve tecniche" e a spiegarne il senso è stata la stessa Autorità con una nota. Nel documento, Ivass afferma che il provvedimento emanato prevede per quanto concerne la concessione dei finanziamenti:
1) la necessaria redazione di un piano da parte dell'impresa di assicurazione nel quale sia compresa la descrizione delle modalità relative all'attuazione dell'attività di finanziamento, venga descritta la struttura organizzativa e gestionale adottata dall'impresa per la gestione dell'attività in finanziamenti, siano definiti i criteri relativi alla selezione dei soggetti che possono accedere ai finanziamenti, i limiti quantitativi che tengano conto del requisito di adeguata patrimonializzazione espressamente richiesto dal Decreto Legge e tutte le misurazioni di assorbimento di capitale rese obbligatorie dalla disciplina Solvency II;
2) la valutazione del piano predisposto da parte dell'IVASS al fine poter espletare la verifica della sua coerenza complessiva;
3) l'applicazione di un limite quantitativo di derivazione comunitaria che equivalga al 5% delle riserve tecniche, innalzabile all'8% su autorizzazione;
4) l'inammissibilità a copertura delle riserve tecniche dell'investimento per finanziamenti che siano deteriorati oppure vengano erogati a favore di soggetti i quali risultino legati da legami di controllo o partecipazione all'impresa di assicurazione.

Le banche sono sotto accusa per il mancato sostegno all'economia

(Per cercare di andare incontro alle imprese, anche le assicurazioni possono concedere finanziamenti)

Va ricordato come il drammatico problema del credit crunch sia stato affrontato a più riprese da svariate parti e denunciato come un vero e proprio freno per le aziende assillate da problemi finanziari. La stessa Corte dei Conti, all'inizio dell'anno, ha voluto affermare con grande forza come una delle maggiori incognite in grado di frenare una possibile ripresa del quadro economico sia proprio la mancata trasmissione all'economia reale, ovvero alle imprese, di quella abbondante disponibilità di risorse riscontrabile invece sui mercati finanziari. Un quadro che non dovrebbe mutare per tutto l'anno in corso, iniziando a dare qualche segnale di modifica solo a partire dal 2015.

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Dott. Dario Marchetti