CNA sul piede di guerra contro la riforma Rc auto
Il decreto Concorrenza sembra destinato ad aprire un fronte di guerra per l'esecutivo guidato da Matteo Renzi. La decisione di garantire sconti agli utenti che si affideranno alle officine convenzionate, sdraia infatti il governo sui desiderata del fronte assicurativo, ma allo stesso tempo potrebbe far suonare la campana a morto per le officine indipendenti. Un favore alle assicurazioni e uno sgarbo non da poco al mercato delle riparazioni private. Una decisione che ribalta completamente quanto successo in precedenza, quando il governo guidato da Enrico Letta si era dovuto arrendere di fronte al parere contrario espresso dalle competenti commissioni parlamentari, le quali avevano fatto proprio il punto di vista delle officine indipendenti. Affidare l'esclusiva, perché a questo in pratica equivale quanto disposto dal decreto governativo, alle strutture convenzionate, significa non solo mettere a rischio migliaia di posti di lavoro, ma anche sacrificare la sicurezza degli utenti, in quanto l'interesse delle compagnie è quello di guadagnare, risparmiando sulla qualità degli interventi. Il tutto in cambio di sconti dei quali non è ancora chiara l'entità.
(La Cna è sul piede di guerra per la riforma delle Rc auto ventilata dal decreto Concorrenza)
Contro il decreto Concorrenza si è subito pronunciata la Confederazione Nazionale dell'Artigianato (Cna), che fa notare il doppio vantaggio assicurato alle compagnie non solo dagli sconti previsti per chi si affida alle officine convenzionate, ma anche dalla scelta del risarcimento di forma specifica, al posto dell'equivalente in denaro del danno, altra decisione che va a danno degli utenti, costringendoli ad anticipare di tasca loro la somma della riparazione. La stessa Cna fa notare che i vantaggi per gli assicurati saranno poi irrisori, aggirandosi in pratica sui 20 euro circa all'anno, nulla di fronte ai rischi che potrebbero invece derivare da riparazioni al ribasso come quelle assicurate dalle officine convenzionate. Va peraltro messo in rilievo come sia stato totalmente disatteso il rilievo fatto all'epoca del governo Letta dalle commissioni parlamentari relativo al vero e proprio attentato alla libertà di mercato rappresentato dal privilegio accordato alle officine convenzionate. Un paradosso ancora più intollerabile all'interno di un decreto che dovrebbe invece aumentare la concorrenza e che va ad accogliere in toto le richieste di un settore, quello assicurativo, che nel corso degli anni ha brillato eventualmente per la sua opacità, più che per l'effettiva capacità di saper proporre ai consumatori prodotti innovativi e concorrenziali.
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