Calano del 7% le Rc auto in Italia
In attesa della attesa riforma delle Rc auto, resa ormai ineludibile dai dati riguardanti il costo sempre troppo elevato delle polizze italiane, si può registrare qualche buona notizia sul fronte dei prezzi praticati dalle compagnie. Sarebbero infatti in calo in tutta Italia le tariffe delle assicurazioni RCA, soprattutto in alcune delle regioni meridionali dove esse costano di più per antica consuetudine.
Il dato in questione emerge dall'ultimo studio dell'Osservatorio Assicurazioni Auto di Segugio.it, il quale ha notificato una continua discesa che avrebbe avuto inizio dalla fine del 2013, una fase caratterizzata dal calo generalizzato dei premi assicurativi, culminata ora in una diminuzione del 7,3% a livello nazionale dell'offerta media registrata nel corso del secondo semestre del 2014 rispetto al concomitante periodo dell'ano precedente. Prendendo come riferimento gli ultimi dodici mesi, nel nostro paese il premio medio per la responsabilità civile sarebbe quindi passato da circa 545 a 505 euro. Un livello che però continua ad essere molto superiore a quello medio continentale.
(Sarebbero in calo di oltre il 7% le polizze Rc auto nel nostro paese)
A rendere possibile questo dato sono state in particolare due circostanze che si sono saldate tra loro, ovvero la maggiore competizione innescata tra le compagnie dall'arrivo dei comparatori di prezzo, sempre più consultati dagli utenti, e una crisi che spinge un numero rilevante di famiglie ad utilizzare meno l'auto o a rinunciarvi del tutto, con il risultato di minori incidenti e quindi minori costi per le stesse compagnie. Una tendenza che dovrebbe peraltro continuare nell'ultimo scorcio del 2014 e per la maggior parte del 2015. Proprio negli ultimi mesi del 2015, si dovrebbe poi registrare una nuova risalita che però potrebbe essere scongiurata da interventi legislativi come quelli preventivati dalla riforma del settore predisposta dal governo Renzi, che dovrebbe premiare in particolare gli automobilisti più virtuosi.
Naturalmente il calo registrato a livello nazionale, è il concorso di quanto successo a livello regionale, con dinamiche non uniformi. La maggiore diminuzione è quella fatta registrare dalla Puglia (-19,7%), seguita dalla Calabria (-14,6%) e dalla Campania (-14,0%). Meno apprezzabile la diminuzione registrata in Friuli Venezia Giulia (-2,9%), nelle Marche (-4,6%) e in Abruzzo (-4,9%). Va comunque salutato con favore il fatto che le regioni meridionali, storicamente le più vessate sul fronte tariffario, siano riuscite stavolta a limitare il gap con le consorelle del Nord, anche se il divario rimane ancora troppo alto.
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