Generali va alla guerra con Standard & Poor's
E' giunto all'epilogo lo scontro rovente ormai da tempo in atto tra Generali e Standard & Poor's. L'azienda triestina ha infatti chiesto e ottenuto il ritiro di tutte le valutazioni da parte dell'agenzia di rating, che quindi da questo momento non rilascerà più voti e giudizi sul gruppo del Leone. E' stata proprio Generali a darne comunicazione, affermando come la decisione assunta sia il normale portato dell'approfondita analisi riguardante l'inflessibilità dei criteri adottati da Standard & Poor's, per effetto dei quali l'agenzia di rating ha continuato a penalizzare la compagnia guidata da Mario Greco soprattutto nel corso degli ultimi due anni, nonostante i significativi progressi fatti segnare.
Il comunicato emesso ha fatto il punto sulla lunga vicenda iniziata nel luglio 2013 quando Standard & Poor's ha deciso di abbassare il rating di Generali da A a A- in conseguenza automatica del downgrade sull'Italia emesso soltanto pochi giorni prima. Mentre il 26 novembre 2013 l'agenzia ha poi provveduto a comunicare come il rating di Generali e altre compagnie tricolori fosse sotto osservazione per un possibile declassamento, sempre in ragione dell'esposizione al rischio di default dell'Italia. Una vicenda poi continuata con il successivo stress test indetto da S & P, fonte di un ricorso poi vinto da Generali. Nel dicembre del 2014 è quindi arrivato l'ultimo atto, con il rating di Generali ribassato ancora una volta in conseguenza del downgrade dell'Italia (BBB-), mentre il profilo di credito è stato lasciato invariato ad "a".
(Generali ha deciso di andare alla guerra contro Standard & Poor's)
Proprio in quella occasione Greco aveva fatto riferimento al celebre «comma 22» quello che nel libro di Joseph Heller è emblema di paradosso e assurdità. Un paradosso dovuto alla automatica correlazione con la valutazione data al sistema Paese, in base alla quale Generali non può godere di un rating superiore di oltre due gradini rispetto a quello del Paese.
I rilievi di Generali sono stati accolti dall'agenzia di rating con una nota nella quale Standard & Poor's ha voluto ricordare come questi criteri sarebbero adottati universalmente e in conseguenza di ciò Generali non può avere un rating superiore a due notches rispetto a quello sovrano perché molto sensibile al rischio-Paese. Una sensibilità derivante dal fatto che l'azienda triestina mantiene un'elevata esposizione verso gli investimenti italiani, i quali rappresentano il 27% di quelli totali.
Criteri contestati però con forza da Generali secondo cui il collegamento automatico al rating sovrano non riconoscerebbe in maniera adeguata l'alto livello di diversificazione del gruppo né i benefici derivanti dall'ampia presenza geografica. In conseguenza di ciò, il Leone ha deciso di troncare ogni possibile querelle e continuerà ad essere valutato da Moody's (Baa1) e Fitch (A-).
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