Dal 2014 non è più possibile dedurre dal 730 il contributo SSN delle assicurazioni
A partire dalla dichiarazioni dei redditi 2015, non sarà più possibile dedurre ai fini IRPEF, IRES e IRAP le quote spettanti al Servizio Sanitario Nazionale versate con i premi Rc auto. A decidere in tal senso è stato il D. L n. 102/2013 convertito nella Legge n. 124 che è in vigore a partire dal primo giorno di gennaio dell'anno in corso e che non sembra lasciare spazio per alcun dubbio interpretativo. Esso infatti dispone che, a decorrere dal periodo d'imposta in vigore alla data del 31 dicembre 2014, il contributo il quale è inserito all'interno del codice delle assicurazioni private, nell'articolo 334, previsto dal decreto legislativo numero 209 del 7 settembre 2005, non può più essere dedotto dall'Imposta sui redditi e da quella regionale sulle attività produttive. La data vale anche per la cessazione di quanto disposto dal comma 76 dell'articolo 4 della legge numero 92 del 28 giugno 2012. In pratica, da questo momento, diventerà impossibile dedurre l'assicurazione auto, tranne che per pochi casi, ovvero quelli riguardanti imprese e professionisti, i quali potranno portare in deduzione le spese sostenute al fine di assicurare le auto facenti parte del parco veicoli aziendale. Solo per questi autoveicoli rimane il contributo SSN, che è in sostanza il 10,5% del premio Rc auto.
(Non è più possibile dal 2015 dedurre dal 730 il contributo spettante al SSN delle Rc auto)
Va ricordato come nel nostro paese l'eliminazione della deducibilità assicurazione auto si sia andata sviluppando per gradi, muovendo le mosse dalla Riforma Fornero, numero 92 del 2012, in base alla quale la deducibilità ai fini IRPEF/IRES e IRAP del contributo destinato al Servizio Sanitario Nazionale sulle polizze auto e moto era valida solo per la parte eccedente i 40 Euro. Una possibilità del resto riservata già in quel caso a pochi fortunati e che ora viene quasi completamente a decadere.
Il tutto sembra destinato a suonare come l'ennesima beffa ai danni del contribuente, in quanto come ricordato da un nostro precedente articolo (Le Province che dovevano sparire intascano 2,3 miliardi dalle Rc auto) proprio le amministrazioni provinciali, le stesse che secondo qualcuno sarebbero scomparse grazie alla riforma Delrio, godono ancora oggi della facoltà di alzare o abbassare l'imposta base, fissata a 12,5%, di 3,5 punti. Una facoltà che naturalmente viene sfruttata dalla maggior parte di esse ritoccando il tutto verso l'alto, andando così a gravare in maniera ulteriore sugli utenti e contribuendo ai livelli record delle Rcauto italiane, ormai da tempo sfuggite a qualsiasi forma di controllo e trasformatesi in una vera e propria anomalia, con prezzi che sono in pratica doppi rispetto alla media europea e che raggiungono livelli assolutamente stratosferici in alcune regioni meridionali e per i neopatentati. Tanto da spingere oltre quattro milioni di automobilisti del Belpaese a decidere di non pagare più per la copertura assicurativa della propria automobile, circolando privi di contrassegno assicurativo, con tutti i rischi connessi a questa pratica, sia per sé stessi che per gli altri.
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