Le Province, che dovevano sparire, intascano 2,3 miliardi dalle Rc auto
Con la legge Delrio dovevano essere sparite, per il sollievo di molti italiani che le vedevano ormai da tempo come uno dei maggiori simboli dell'inefficienza e dello spreco di una politica sempre più lontana dai cittadini e ormai asserragliata nei palazzi del potere. Evidentemente, nel passaggio verso la definitiva soppressione che dovrebbe aver luogo con la riforma del titolo V della Costituzione, le Province hanno invece ripreso vigore e, soprattutto, sono tornate ad essere l'impietoso meccanismo succhiasoldi destinato ad agitare il sonno degli italiani.
E' quanto si evince dalla notizia trapelata in questi giorni, in base alla quale, proprio le Province godranno di uno dei tanti balzelli che sono caratteristici del Belpaese, quello inserito tra le pieghe delle Rc auto, ovvero le polizze assicurative obbligatorie che gli italiani pagano ogni anno per avere una copertura relativa al proprio autoveicolo. Ogni 100 euro pagati dagli automobilisti del nostro paese, circa 26,5 sono costituiti da tasse, che vengono poi ripartite in queste percentuali: 10,5 al Servizio Sanitario Nazionale e 16 alle Province. Il tutto per un ammontare complessivo nel solo 2014 di 2,3 miliardi di euro, come risulta dai calcoli di Facile.it elaborati su dati forniti da Ania.
(Il 16% di quanto versato dagli italiani per le Rc auto va a finire alle Province)
Va peraltro precisato come del resto per tutti gli altri tributi locali, le amministrazioni siano in possesso della facoltà di alzare o abbassare il livello dell'imposta base fissata a 12,5%, di 3,5 punti. Una possibilità introdotta dal decreto che ha istituito il federalismo fiscale e che naturalmente è stata usata dagli amministratori portando il livello dell'imposizione al massimo, almeno nell'80% dei casi. Con il caso limite di Nuoro, il cui consiglio provinciale lo ha fatto quando il Parlamento aveva già approvato l'iter per la soppressione, fasulla, delle Province. Una saga infinita che risulta ancora più indigesta se solo si pensa all'enfasi con cui i politici dichiarano ormai estinto un ente territoriale che invece all'atto pratico continua a (non)funzionare e a costare soldi che magari vengono sottratti a settori vitali come la sanità e la scuola.
Ma la beffa in atto, sembra destinata ad arricchirsi di ulteriori capitoli, per la gioia di quegli italiani che hanno ormai dimostrato il loro pensiero sulla politica con i livelli di astensionismo record toccati nelle ultime consultazioni. Basti pensare al riguardo che se la riforma del Lavoro (legge 92/2012) aveva già dato una bella sforbiciata alla possibilità di portare le somme in deduzione, consentendo all'atto pratico di scaricare dalla dichiarazione solo la parte che eccede i 40 euro, ovvero nulla se non si ha una fuoriserie, dal 2014 il contributo al Servizio sanitario nazionale delle polizze Rc auto non sarà più deducibile fiscalmente né ai fini delle imposte sui redditi delle persone fisiche, né ai fini Irap per imprese e professionisti. Dimostrando ancora una volta il totale distacco della politica dal comune sentire di una popolazione ormai talmente delusa da rifiutarsi anche di recarsi ai seggi elettorali.
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