Quanto si risparmia realmente con l'assicurazione a consumo?
L'assicurazione a consumo viene spesso presentata come una soluzione estremamente vantaggiosa per il problema delle Rc auto troppo costose nel nostro paese. In effetti da più parti queste polizze, dette anche a km, sembrano a prima vista il modo migliore per riuscire ad abbattere tariffe che hanno ormai raggiunto livelli di guardia, attestandosi ad un livello doppio rispetto alla media europea e costringendo molti italiani, addirittura quattro milioni, a circolare senza contrassegno assicurativo sulle strade peninsulari. Il vantaggio da loro assicurato, però, viene a maturare solo in determinati casi, ragione che consiglierebbe una attenta analisi in grado di stabilire se la nostra particolare situazione sia tra quelle che lo rendono possibile.
Le assicurazioni a consumo, prevedono infatti una parte fissa di premio per l'intera durata della polizza stipulata, cui si aggiunge quella variabile da misurare in base al chilometraggio percorso o ai giorni di utilizzo del veicolo. Queste polizze sono collegate all'utilizzo sul mezzo assicurato di impianti satellitari, le ormai famose scatole nere, deputate alla registrazione di una serie di informazioni. Tra di esse gli itinerari compiuti e le distanze che sono state effettivamente percorse durante gli stessi, dati dai quali le compagnie assicurative possano a loro volta agevolmente calcolare, senza alcuna possibilità di incorrere in errore, la quota di premio variabile dovuta periodicamente dall'utente.
(Le Rc auto a consumo sono convenienti solo in determinati casi)
Va anche ricordato come i prezzi delle polizze siano di solito suddivisi in fasce di percorrenza, tra le quali i clienti possono ovviamente scegliere quella più indicata per l'utilizzo che intendono fare della propria auto. Una volta che si sia scelta questa forma di assicurazione per la responsabilità civile della propria auto, bisogna però fare molta attenzione a non superare la soglia prefissata. Se lo si fa, si rischia infatti di incappare in aumenti tariffari che possono far rimpiangere il non aver aderito ad una normale Rc auto. In pratica, l'assicurazione a consumo può realmente dispiegare i suoi vantaggi solo di fronte ad un utilizzo dell'automobile su brevi distanze. Sono gli stessi addetti ai lavori, peraltro, a indicare la convenienza della polizza a consumo in caso di spostamenti sotto i 5mila chilometri all'anno, eventualità che può consentire risparmi che partono da un minimo del 30% rispetto ad una polizza normale e che possono arrivare sino al 60%. Non male per chi non vuole rinunciare alla comodità dell'auto, senza però doversi sottoporre al vero e proprio salasso assicurativo che è ormai diventato un incubo per milioni di italiani, soprattutto neopatentati e automobilisti di regioni come Campania o Puglia, ove si registrano i livelli tariffari più elevati. Se nella fascia da 5 a 10mila chilometri è in teoria ancora possibile risparmiare, in base alla compagnia con cui si stipula il contratto, oltre i 10mila chilometri l'ipotesi di un risparmio svanisce del tutto tanto da consigliare la ricerca di altre opzioni.
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