Il cambio di residenza per risparmiare sulla Rc auto può portare una condanna per truffa

Chi sta pensando ad un cambio di residenza illegittimo per poter risparmiare sulla propria Rc auto, dovrebbe prestare la massima attenzione ai 51 avvisi di garanzia emessi dalla Procura di Lanciano nei confronti di cittadini campani che avevano tentato questa strada.

Cercare di risparmiare sulla polizza assicurativa è ormai diventato un obbligo, considerato il livello eccessivo delle tariffe praticate dalle compagnie italiane, assestato stabilmente al doppio di quello in vigore negli altri paesi dell'Unione Europea. Un dato che stride peraltro in maniera eclatante con il fatto che sempre più italiani decidono di rinunciare all'uso dell'automobile e con quello relativo agli incidenti stradali, in calo nel corso del 2014 sulle strade peninsulari. Dopo il calo comunque lento delle Rc auto nel corso degli ultimi anni, il 2015 vedrà infatti una nuova risalita delle polizze, che secondo alcuni osservatori sarebbe dovuto in particolare al fatto che la bozza di legge allo studio ed elaborata dal governo, prevederebbe alcuni accorgimenti per rendere automatici gli sconti, come quello relativo alla scatola nera. Accorgimenti che impedirebbero margini discrezionali troppo ampi per le compagnie, portando in pratica ad una sorta di calmieramento dei prezzi e alla compressione dei margini di utile. Vero o meno, i prezzi sono nuovamente schizzati verso l'alto, spingendo molti italiani a ripensare alle proprie strategie per poter comunque condurre un mezzo che spesso serve per lavoro e non soltanto per piacere.

Meglio non cercare di risparmiare in maniera truffaldina sulla propria Rc auto

(Cambiare la residenza per risparmiare sulla Rc auto è reato penale)

Tra queste strategie, ve ne sono purtroppo alcune illegali, come si può dedurre dai 51 avvisi di garanzia per le truffe alle compagnie assicurative inviate dal pubblico ministero della Procura di Lanciano, Rosaria Vecchi. Truffe che sono state realizzate tramite un cambio di residenza da parte di cittadini napoletani e dell'hinterland partenopeo, i quali avevano presentato falsi certificati di residenza nella Provincia di Chieti al fine di sottoscrivere polizze in Abruzzo, notoriamente meno salate rispetto a quelle in vigore in Campania, riuscendo in tal modo a risparmiare sull'assicurazione. Un risparmio che era stato quantificato intorno ai 10mila euro, ma che ora rischia di costare molto caro ai contravventori, poiché il codice penale prevede in questi casi, ovvero la truffa, pene detentive sino a cinque anni e una sanzione pecuniaria che può andare a da 309 sino a 1032 euro. Cui vanno ad aggiungersi le sanzioni amministrative per mancanza di assicurazione.
Se a truffe di questo genere si vanno ad aggiungere i casi sempre più numerosi di utenti che decidono di circolare lungo le strade peninsulari senza contrassegno assicurativo, esponendosi a rischi elevatissimi in caso di incidente, ormai arrivati ad oltrepassare la soglia dei quattro milioni, si può capire come il problema delle Rc auto italiane, in un paese sempre più impoverito dalla crisi economica in atto, vada risolto al più presto, cercando di dare vita ad una legge equilibrata in grado di impedire le truffe da un lato, ma anche di ridurre al massimo i margini di discrezionalità sulla formazione delle tariffe che stano facendo dell'auto un vero e proprio lusso. Basterebbe del resto dare uno sguardo alle tariffe riservate ai neopatentati delle province campane, per capire come una soluzione di questo genere sia ormai ineludibile.  

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Dott. Dario Marchetti