La copertura assicurativa rischi per le imprese che fanno export
Il Made in Italy continua a tirare con grande forza nel mondo. Basta scorrere i vari report relativi al 2015 per comprendere come nonostante un momento economico non proprio felicissimo le aziende tricolori riescano ad accaparrarsi nuove quote di mercato e a rafforzare la loro presenza ove sono già forti. La qualità e la grande innovazione messa in mostra dei prodotti italiani continua a fare la differenza e a garantire al Paese una tenuta messa in pericolo da una situazione interna ancora problematica, che vede i consumi ancora in flessione.
I pericoli dell'export
Va però ricordato che le aziende esportatrici, si trovano spesso a fare i conti con situazioni di disagio, in particolare quelle riguardanti la tutela del credito per il mancato o il ritardato incasso, che possono avere conseguenze pesantissime sulla gestione economica e finanziaria aziendale sino a metterne a forte rischio l'attività. Se andassimo ad ipotizzare un margine sul fatturato dell'10%, per poter fare fronte ad una perdita di 50 mila euro diventa necessario fatturarne altri 500mila, mentre ne sarebbero necessari 250mila ove esso si attestasse al 5%.
(Il Made in Italy continua a tirare alla grande)
Se il venditore deve ottenere un incasso garantito e in tempi più brevi possibili, il compratore ha dal suo canto il bisogno di dilazionare nel tempo il pagamento della fornitura, al fine di poter generare il cash flow positivo necessario per ripagare i beni o i servizi acquisiti. A questo dato basilare nel commercio, va poi aggiunto che l'incontro tra esigenze così contrastanti, a livello internazionale viene ad essere influenzato da una serie di fattori di sistema:
- il rischio Paese;
- la forza contrattuale e il grado di conoscenza fra le parti, ovvero se si tratti di partner commerciali abituali oppure di nuovi clienti;
- la forza di penetrazione commerciale del venditore nel mercato di riferimento.
Proprio per poter giungere ad un regolamento ottimale di queste contrastanti esigenze, riuscendo a concedere al compratore la dilazione di pagamento richiesta, senza allo stesso tempo doversi accollare i rischi derivanti da un mancato o ritardato incasso, occorre trovare quindi nuove strade, in grado di offrire un servizio estremamente qualitativo, tale da rivelarsi in grado di potenziare e migliorare la propria competitività sul mercato estero di riferimento.
La polizza assicurativa sui crediti è la soluzione
Per questo motivo diventa necessario ricorrere ad una copertura assicurativa in grado di far fronte ad eventuali imprevisti. In particolare sarebbe consigliabile ricorrere all'assicurazione dei crediti in tutti quei casi nei quali l'operazione di compravendita internazionale non sia garantita dalle tradizionali forme di saldo come il pagamento anticipato o la lettera di credito. In casi di questo genere l'impresa esportatrice rischia infatti di non poter riscuotere l'importo della commessa a causa di una insolvenza che può riguardare il debitore oppure il Paese in cui lo stesso risieda.
La necessità del credit management
L'assicurazione dei crediti export diventa in pratica lo strumento in grado di garantire agli esportatori una tutela contro questi rischi e di avere certezze in relazione all'incasso di quanto pattuito in sede di contrattazione, attraverso la sottoscrizione di una semplice polizza. Prima di rivolgersi ad una compagnia di assicurazione il venditore dovrebbe però cercare di identificare in particolare il tipo di rischio contro cui tutelarsi e il cliente o portafoglio di clienti che si intenda coprire.
(La copertura assicurativa sui crediti è indispensabile per le imprese che fanno export)
Proprio il credit management è una delle attività più complesse per le aziende, soprattutto ove esse siano sprovviste di efficaci politiche per la prevenzione del rischio. Già un debito grado di informazione sull'area geografica verso cui si intenda destinare l'export può aiutare l'azienda a scegliere la polizza più adeguata.
Attenzione all'area geografica
Se nei paesi dell'Unione Europea o in Svizzera il rischio paese è praticamente inesistente, una copertura contro il rischio paese può invece rivelarsi un'ottima scialuppa di salvataggio per realtà politiche ed economiche meno stabili, come quelle rappresentate dalle aree extra UE e OCSE ove, in assenza di un pagamento a mezzo lettera di credito, una forma assicurativa contro i possibili incidenti di natura politica si rivela assolutamente indispensabile.
Ma anche al cliente
Se il rischio è forte in Paesi che mancano di stabilità politica o economica, anche in presenza di paesi tradizionalmente considerati sicuri, l'esportatore dovrebbe senz'altro optare per un'assicurazione contro il rischio commerciale. Una precauzione da prendere soprattutto nel caso si desiderino intrattenere rapporti commerciali con nuovi clienti la cui solvibilità sia soltanto presunta e non sia mai stata appurata nel concreto. Fidarsi troppo nel commercio può essere un rischio troppo grande.
Le compagnie assicurative in Italia
In Italia la gestione dei rischi legata al credito rappresenta una realtà ancora scarsamente diffusa situandosi in prossimità del 10%, contrariamente a quanto avviene invece in Paesi come Francia e Germania, dove circa l'80% delle imprese hanno deciso di dotarsi di una copertura assicurativa.
A livello globale, il mercato vale poco meno di 10 miliardi di euro, e vede il predominio di tre principali operatori: Euler Hermes (Gruppo Alleanza), Atradius e Coface, gli stessi gruppi che del resto fanno la voce grossa sul mercato tricolore spartendosene la quasi totalità. Chi vuole assicurare i propri crediti verso l'estero può quindi rivolgersi a queste imprese, che sono in grado di presentare proposte in grado di fugare ogni difficoltà e spianare il campo per il proprio business.
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