Ivass: no alle discriminazioni razziali su Rc auto
Il problema delle discriminazioni razziali continua ad agitare non poco la nostra società. Basta del resto guardare i fatti delle ultime settimane a Roma, nel quartiere Tor Sapienza, per capire come la sottovalutazione del fenomeno può portare a situazioni di assoluta emergenza e tensioni difficile da governare. Anche l'Istituto di vigilanza sulle assicurazioni sembra ora deciso a fare la sua parte in questo contesto. L'Ivass ha infatti deciso di bacchettare le compagnie in relazione alla tariffazione del rischio RC auto. In particolare, ha mostrato di non gradire che le imprese assicurative, nello stabilimento della tariffa, indichino anche tra i fattori della stessa la nazionalità di nascita. Un fattore che viene preso in considerazione da alcune compagnie per stabilire il prezzo finale della tariffa, tanto da applicare una maggiorazione di prezzo, a parità di ogni altro elemento oggettivo e soggettivo, ai soggetti nati in alcuni Paesi europei ed extraeuropei. Pratica che per l'Ivass, presenterebbe un elevato contenuto discriminatorio.
A supporto di questa tesi, l'Ivass indica il contenuto della Raccomandazione generale del 31 gennaio 2012 adottata dall'Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) in cui si affronta il tema delle tariffe differenziate per nazionalità delle polizze RC auto. Proprio all'interno di quel documento, viene espressa la necessità che le imprese di assicurazione procedano alla stipula di contratti per la responsabilità civile degli automobilisti tale da prevedere l'applicazione ai contraenti che non abbiano la cittadinanza italiana delle medesime tariffe che sono invece concesse, a parità di condizioni, ai cittadini italiani.
(L'Ivass chiede alle compagnie di non applicare aumenti tariffari in base alla nazionalità)
Proprio al fine di evitare comportamenti considerati con tutta evidenza palesemente discriminatori, l'Ivass chiede alle imprese assicurative una riconsiderazione del criterio della "nazionalità di nascita", adottando di conseguenza premi uguali a parità di condizioni. Andrebbe però ricordato al proposito che il tema del contendere non è la residenza, criterio estremamente pesante della definizione del premio finale dovuto dall'utente, come del resto si può facilmente osservare nelle statistiche formulate al riguardo negli ultimi anni, con gli automobilisti di regioni come la Campania praticamente massacrati da tariffe schizzate alle stelle, ma soltanto della nazionalità di nascita.
Se è apprezzabile l'attenzione dell'Ivass ad un problema dalle vaste implicazioni, andrebbe però allo stesso tempo ricordato come spesso i conducenti che hanno imparato a guidare nei rispettivi Paesi, conservino alcune abitudini che possono rivelarsi pericolose sulle nostre strade. Dall'altro lato, va anche ricordato come le compagnie tendano a generalizzare la pratica in questione, senza adottare una lista di Paesi a rischio tale da penalizzare solo i cittadini provenienti dagli stessi. Facendo così di una prassi legittima una vera e propria forma discriminatoria, che potrebbe essere invece evitata tramite l'adozione di norme più chiare.
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