Che cosa si intende per previdenza complementare? Che cosa sono i piani individuali pensionistici (o PIP)? Come funzionano?
Perché accontentarsi solamente della pensione statale? Esistono dei modi e delle strategie che consentono di garantire il confort della propria vecchiaia con redditi pensionistici integrativi, formulati e concepiti come polizze sulla vita, le quali garantiscono all'assicurato di godere di un certo tenore di vita anche quando non si è nello stato di lavoratore.
CHE COSA SI INTENDE PER PREVIDENZA COMPLEMENTARE?
Le cosiddette Previdenze Complementari consistono in strategie finanziarie che vengono sottoscritte da parte di coloro i quali desiderano garantire al proprio futuro una sicurezza economica, integrando la pensione ricevuta da parte dell'INPS.
A differenza della previdenza obbligatoria, a quella complementare appartengono una serie di caratteristiche specifiche e indicative, tra le quali le seguenti:
- la completa volontarietà, ovvero, spetta solamente al contraente la facoltà di scegliere se aderirvi o meno;
- la capitalizzazione individuale, mediante conti individuali e specificatamente intestati, sui quali il beneficiario può versare la quota prevista dal contratto, la quale verrà restituita con i rendimenti maturati alla data di pensionamento;
- la contribuzione definita, ovvero, il beneficiario è sempre consapevole dell'ammontare versato, così da valutare la prestazione finale, risultato delle somme versate, in aggiunta del rendimento delle stesse.
CHE COSA SI INTENDE PER PIANI INDIVIDUALI PENSIONISTICI?
La previdenza si compone di tre pilastri principali: mentre il primo è costituito dalla pensione statale obbligatoria, il secondo è rappresentato dai fondi pensione, il terzo, invece, è rappresentato dai piani individuali pensionistici.
Quest'ultimi vengono sottoscritti quando il contraente sente la necessità di garantire a se stesso un adeguato tenore di vita, anche nel momento in cui è in pensione.
Dall'1/1/2007, secondo i dettami della riforma Maroni, i Piani Individuali Pensionistici sono stati equiparati alle altre forme pensionistiche collettive e complementari, quali FPA ed FPC, dunque godono delle medesime agevolazioni e vengono sottoposti alle stesse regole.
I Piani Individuali Pensionistici, dunque, costituiscono delle forme pensionistiche ideate appositamente per il singolo individuo richiedente, in quanto si basano sulla sottoscrizione di contratti assicurativi sulla vita, con finalità previdenziale (art. 13 del 5 dicembre 2005, n. 252), e consentono di accumulare un capitale necessario a garantire una rendita vitalizia, da affiancare alla pensione obbligatoria.
I PIP, a differenza delle polizze vita tradizionali, come previsto dalla riforma introdotta dal Decreto Legislativo n. 252/2005, consentono di usufruire della deducibilità fiscale, fino ad un importo massimo di € 5.164,57.
Tutti coloro i quali sono lavoratori dipendenti, ma desiderano comunque sottoscrivere un contratto di PIP, possono versare il flusso di TFR, tramite i datori di lavoro.
A CHI SONO RIVOLTI I PIP?
I PIP (Piani Individuali Pensionistici) rappresentano uno strumento utile a tutti coloro i quali desiderano accumulare il capitale necessario per garantire una rendita vitalizia, che serva ad integrare la propria pensione lavorativa.
Pagando una copertura assicurativa, annuale o mensile, è possibile godere, a lungo termine, di una entrata economica, utile a consentire all'assicurato uno stile di vita analogo, o pressappoco similare a quello goduto durante gli anni lavorativi.
I PIP sono indicati per tutti coloro i quali non desiderano accontentarsi della sola rendita pensionistica, dunque, mediante la stipula di una semplice assicurazione sulla vita, riescono a garantire un futuro economico sicuro e dignitoso.
Molto di più ai giorni nostri, durante i quali riforme e crisi economiche hanno messo a dura prova tutto il sistema di previdenza, scegliere di sottoscrivere dei Piani Individuali Pensionistici, risulta essere una delle alternative più adeguate e indicate, al fine di sfuggire alla morsa dell'incertezza pecuniaria.
Oltre ai lavoratori che sono appartenenti ad una precisa categoria lavorativa, vi sono altre figure che possono aderire ai PIP, ovvero i seguenti:
- le persone che non sono titolari di reddito, di lavoro dipendente o d'impresa
- i figli minorenni o coloro i quali sono a carico di altri soggetti.
I PIP, dunque, sono rivolti anche ai genitori i quali desiderano iniziare a costruire un fondo pensionistico complementare per il proprio figlio minorenne: il genitore, in questo caso, sarà il contraente fino a quando il figlio non avrà compiuto 18 anni, dopo tale periodo, quest'ultimo potrà assumere la definitiva titolarità.
COME FUNZIONANO I PIANI INDIVIDUALI PENSIONISTICI?
I PIP rappresentano delle vere e proprie assicurazioni sulla vita, in grado di garantire una rendita vitalizia cospicua anche durante il periodo di anzianità e di pensione. Inoltre, i PIP prevedono il pagamento di un premio assicurativo, definito in base alle proprie necessità e a seconda della compagnia assicurativa prescelta, in grado di adeguarsi perfettamente alle condizioni preferite dal contraente.
Il diritto a godere della somma dei PIP viene erogato nel momento in cui si accede alla pensione pubblica, inoltre, per godere della stessa è necessario avere già uno storico quinquennale di versamenti.
Una volta trascorso il periodo di tempo minimo, dedicato al versamento del premio assicurativo, i Piani Individuali Pensionistici consentono l'assicurato di scegliere tra differenti tipologie di rendita, in base alle proprie esigenze, ovvero le seguenti:
- la rendita vitalizia, la quale consente di godere dell'erogazione di un compenso durante gli ultimi anni di vita dell'assicurato;
- la rendita vitalizia reversibile, con la quale è possibile affiancare al nome del beneficiario anche quello di un'altra persona (se indicata nel contratto assicurativo), la quale godrà del vitalizio, in caso di morte del contraente; in caso contrario, è lo stesso assicurato a godere del premio;
- la rendita certa e in seguito vitalizia, con la quale il contraente si garantisce la riscossione di un vitalizio a prescinde dall'esistenza in vita (il profitto può anche essere erogato ad una terza persona, se indicata all'interno del contratto).
In quest'ultimo caso, la rendita verrà erogata anche per un tempo superiore al lasso di tempo indicato sul contratto (solitamente 5 o 6 anni), solo nel caso di sopravvivenza del beneficiario.
Alla scadenza, il beneficiario avrà la possibilità di riscuotere una somma pari al 50% del totale maturato fino ad ora, ma qualora l'importo della rendita fosse inferiore al 50% dell'assegno sociale (a seguito della conversione del 70% sul montante finale) è possibile richiedere la prestazione sotto forma di capitale.
Le regole che disciplinano l'accordo contrattuale sono contenute nel regolamento della polizza, il quale viene redatto in base alle direttive della COVIP Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione: per ulteriori chiarimenti, è consigliabile consultare lo schema di regolamento del PIP.
È POSSIBILE RICHIEDERE UN ANTICIPO DEL CAPITALE ACCUMULATO SUL PIP?
È possibile richiedere la riscossione di una quota anticipata sui Piani Individuali Pensionistici, in casi particolari, ovvero quando l'assicurato ne presenti la necessità.
Le anticipazioni possono essere richieste più di una volta nei casi in cui si debbano sostenere le spese sanitarie, oppure bisogna ristrutturare la propria abitazione: inoltre, esse possono essere reintegrate in qualsiasi istante.
Per ottenere un riscatto anticipato è necessario fornire motivazioni ben precise, le quali variano in base alla richiesta, come anche in base al montante maturato. Ad esempio, nel caso in cui si richiedesse un'anticipazione a seguito di un problema sanitario, la percentuale è pari al 75% del montante maturato, nel caso di una ristrutturazione, sebbene la percentuale di anticipazione rimanga invariata, essa può essere chiesta solo dopo otto anni di versamenti.
Oltre alle precedenti motivazioni, vi sono altri casi in cui è possibile richiedere l'erogazione anticipata del capitale maturato dei PIP, pari al 100% della quota totale, ovvero i seguenti:
invalidità permanente;
inoccupazione per più di 48 mesi (nel caso in cui l'assicurato fosse inoccupato per un lasso di tempo non inferiore ad un anno e non superiore a quattro anni, la percentuale massima riscattabile è 50%);
decesso del beneficiario.
COME GESTIRE I VERSAMENTI AL PIANO INDIVIDUALE PENSIONISTICO?
Le polizze sulla vita vengono definite e gestite con precisi programmi imposti dalla compagnia assicurativa, i Piani Individuali Pensionistici, invece, sono auto gestiti direttamente dal contraente, il quale può decidere di ridurre la quota da pagare, aumentarla, interrompere i versamenti, oppure ancora investire in altre forme di previdenza complementare: in quest'ultimo cosa, tuttavia, è necessario che siano decorsi almeno due anni dalla sottoscrizione del contratto.
Gli enti i quali sono abilitati alla gestione dei Piani Individuali Pensionistici sono le Compagnie Assicurative autorizzate dall'IVASS.
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